Immaginate dopo tanta reclusione, al primo giorno di libertà, di possedere il dono del teletrasporto. Noi lo abbiamo appena fatto e abbiamo anche sognato di volare, alto, altissimo, fino al Punjab per ammirare le vette del Dhauladhar, una parte della “catena bianca” dell’Himalaya che dall’India non si scorgeva da decenni.

Abbiamo volato ancora più su, affiancando il satellite Copernicus Sentinel-5P dell’Agenzia Spaziale Europea per vedere coi suoi occhi il pianeta libero dalle polveri sottili. Un’aria pulita senza concentrazioni di biossido di azoto che abbiamo respirato a pieni polmoni nella picchiata su Venezia. Abbiamo nuotato tra i canali della Serenissima e ammirato i fondali coi piedi a mollo, a fianco al nido dei germani reali che hanno deposto le uova in piazzale Roma.

E poi, ubriachi di natura, i delfini nei porti, i cervi e i cinghiali nelle città, leoni addormentati sulle strade dei parchi in Sudafrica, i due Panda dello zoo cinese che si accoppiano dopo 10 anni e le ormai famose capre di montagna di Llandudno, in Galles.

È la natura che avanza, che si riprende quello che era suo e ci restituisce, seppur non ce lo meritassimo, uno spettacolo cui avevamo deciso di rinunciare per il “progresso”. È uno spettacolo che abbiamo voluto ammirare subito, viverlo come se non ci fosse un domani, al primo giorno di libertà.

Ci diranno “uscite” e torneremo ciechi, senza quest’oggi e con un domani dove tutto quello che abbiamo respirato, accarezzato, assaggiato e vissuto in ogni angolo del pianeta sarà un ricordo lontano, ogni giorno più lontano. Perché torneremo a produrre, a correre talmente forte da non riuscire a fissare l’orizzonte, contemplare un tramonto.

Poterci fermare quell’attimo per pensare e riflettere su noi, e sul mondo che ci ospita. Anzi, torneremo ancora più incazzati di prima, perché a noi il virus ha tolto spazi, abitudini, anche affetti e umanità. Non certo la ragione però! Adesso, seduti sulla cima dell’Everest ci godiamo ancora un po’ quell’istante di calma prima di svegliarci e per un istante abbiamo ripensato anche al comportamento dell’uomo nei confronti della natura: per Madre Terra, non siamo stati forse noi, un virus?

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